Chiediamo a banche e gestori di fondi di risparmio di disinvestire da combustibili fossili e armi.

Legambiente Firenze aderisce all’iniziativa dell’Associazione Ecolobby e invita tutti a scrivere ai propri gestori di fondi e istituti bancari:

“Con i nostri soldi non sostenete chi sta distruggendo il nostro futuro.”

La transizione ecologica del sistema economico è diventata ormai una frase di comune e diffuso utilizzo. Perché dalle parole si passi ai fatti ci vogliono scelte concrete e forti. Non si può pensare che si possa davvero arrivare alla transizione ecologica se gli Stati, con i sussidi, e gli istituti di credito e i gestori dei fondi, con i soldi dei risparmiatori, continuano a sostenere le industrie del comparto dei combustibili fossili (‘Oil & Gas’), ostacolando e rallentando lo spostamento del mercato dell’energia verso le fonti rinnovabili e meno inquinanti.

È per questo che Legambiente Firenze, insieme ad altre Associazioni attive nel campo del sociale e dell’ambiente, ha aderito all’iniziativa lanciata dall’Associazione Ecolobby e invita tutti ad inviare una lettera alla propria banca o al proprio gestore del risparmio per chiedere di disinvestire qualsiasi eventuale capitale impegnato nel settore dei combustibili fossili e anche delle armi.

È ora di chiedere che i tuoi soldi non siano utilizzati per sostenere attività che distruggono il presente e tolgono il futuro a tutti noi e ai nostri figli.

Puoi fare il copia/incolla del testo della lettera che proponiamo di mandare al proprio istituto di credito o gestore di fondi per chiedere chiarezza sull’utilizzo dei tuoi soldi e disinvestimento dai combustibili fossili e dalle armi. Puoi ovviamente utilizzare il testo così oppure modificarlo come riterrai opportuno. L’importante è chiedere che i tuoi soldi siano utilizzati non per sostenere attività lesive per il pianeta ma per costruire un mondo migliore.

(Data)

Spettabile Direzione Banca (o Fondo Pensione, o altro )  XXXX

 

Gentilissimi,

la presente missiva per chiederVi cortesemente informazioni sulla composizione del portafoglio del mio fondo pensione (oppure: del mio libretto di risparmio, del mio portafoglio azionario, obbligazionario, assicurativo).

In particolare, vorrei sapere se tale portafoglio contiene, direttamente o indirettamente (attraverso strumenti finanziari di vario tipo), azioni di aziende del comparto Oil&Gas, o del comparto delle armi.

Se così fosse sarebbe per me un grosso problema, perché non vorrei in nessun modo sostenere aziende responsabili della crisi climatica o legate al settore bellico.

I Fondi pensione, assicurativi, di investimento, giocano un ruolo fondamentale nel finanziamento all'industria dei combustibili fossili.

Una ricerca del novembre 2018, condotta dalla ONG Re:Common e dalla testata online Valori.it, ha stimato l'esposizione complessiva dei primi dieci fondi pensione negoziali italiani in titoli del settore fossile pari ad almeno 127 milioni di euro. Ma la ricerca ha dovuto fermarsi ai primi 50 titoli in portafoglio, cioè quelli che i fondi sono tenuti ad indicare all'interno del proprio rendiconto annuale, niente sappiamo degli altri.

In ogni caso, appare evidente la contraddizione fra le dichiarazioni di impegni per il contrasto alla crisi climatica e l'utilizzo dei soldi dei lavoratori iscritti a questi fondi pensione a favore delle imprese coinvolte nei combustibili fossili, peraltro senza che di questo utilizzo venga data sempre completa informazione agli interessati.

Pare paradossale inoltre che un fondo che dovrebbe garantire il futuro degli associati investa i soldi degli associati stessi in titoli di aziende che stanno minando il futuro del genere umano sulla Terra.

Per questo con la presente lettera Vi chiedo di compiere una scelta coerente di disinvestimento dalle imprese coinvolte del settore dei combustibili fossili, e naturalmente anche da quelle coinvolte nel settore armi.

Il disinvestimento è una opzione molto semplice da attuare tecnicamente, tanto che nel mondo molti soggetti, pubblici e privati, lo hanno fatto sulla base di scelte coerenti con gli accordi di Parigi contro il cambiamento climatico (COP21).

E si tratta anche di una scelta conveniente per la redditività e l'affidabilità degli stessi fondi.

Investire nelle imprese dei combustibili fossili è sempre più rischioso e costituisce, soprattutto per Fondi come quelli pensione che hanno prospettive di investimento a medio-lungo termine, un elemento di fragilità e debolezza, come sta emergendo in modo sempre più evidente dall'attuale andamento del mercato petrolifero.

Per questo Vi chiedo di prendere rapidamente l'iniziativa di disinvestire dalle imprese coinvolte nei combustibili fossili.

Possono essere utilizzati a tal fine diversi criteri per individuare queste imprese.

A solo titolo di esempio mi permetto di suggerirVi la valutazione di quelli individuati dalla ONG tedesca Urgewald che ha elaborato un database (Global Coal Exit List – http://www.coalexit.org ) che fornisce le statistiche delle imprese lungo tutta la catena di valore dei combustibili fossili.

Mentre per il settore armi una possibile fonte da valutare è questo rapporto https://www.paxforpeace.nl/.../dont-bank-on-the-bomb-2018   per le armi nucleari,

e questo database per gli armamenti convenzionali: http://arxiu.centredelas.org/bancaarmada/en/

Chiedo che queste mie richieste siano prese molto sul serio: è a rischio il nostro comune futuro e tutti dobbiamo farci carico del massimo sforzo di cambiamento.

Vi chiedo anche di scegliere, come politica aziendale rivolta verso l'esterno, quindi verso la totalità degli utenti, di andare volontariamente oltre agli obblighi di Legge, che impongono di dichiarare i primi cinquanta titoli in portafoglio, rendendoli noti tutti.

In mancanza, mi vedrò costretto a valutare un diverso impiego delle mie disponibilità, e ad informare anche i miei colleghi e conoscenti, dell'esposizione del fondo in settori di energie fossili e/o in settori bellici.

Confidando in una vostra cortese risposta, porgo

 

Distinti saluti

(firma)